PRIMA SESSIONE con Gioia
Entra questa ragazza con l’aspetto di un’adolescente, fragile, timida, indifesa. Potrei darle 13 anni. La sua pelle è chiara quasi diafana. Le sorrido e le offro un bicchiere d’acqua temperatura ambiente, la faccio accomodare nella poltrona di fronte a me, una distanza
equa, senza invadere il suo spazio, voglio sentire le emozioni e vedere bene le espressioni del viso del corpo, sentire ogni respiro, voglio cogliere anche gli odori che cambiano aseconda dell’umore e dei ricordi del corpo.
La vedo un po’ tesa, anche se nasconde benissimo le emozioni, è normale non sa cosa faremo insieme ed esattamente non lo so nemmeno io. Mi lascio guidare come sempre dall’istinto e inizio a far domande.
O: – Ciao Gioia piacere di conoscerti, sai che mi chiamo Ornella e sono qui per valutare con te se ti va di trovare un modo per star meglio.
G: – Mi ha detto la mamma che non fai solo la maga, ma usi anche altri metodi e aiuti molte persone, ti ho sentito qualche volta in radio.
Or: -Esatto vediamo insieme cosa va bene per te. Innanzi tutto quanti anni hai? E che scuole hai fatto?
G: – Ho 26 anni e il diploma di assistente per comunità.
Or: (pensiero) ha 26 anni ne dimostra 13 max 15 ha l’aria fragile, ma va in giro la notte. Scelgo di usare la Logosintesi con calma andando passo per passo il soggetto non è dei più facili e “boccaloni”.
Or: – Ora stai lavorando?
G: – Ho fatto un po’ di tirocinio in una comunità di ragazzi caratteriali li assistevo durante la mensa.
Or- ti piaceva? è l’unica esperienza di lavoro?
G: – Mi piaceva molto, ma guadagnavo veramente poco, ora il fine settimana lavoro in un bar a qualche km da casa mia, un bar serale in cui bevono tutti parecchio e non solo…
Or- Hai qualche storia affettiva, flirt, o un amico speciale?
G: – No !( secco).
Or: – (pensiero) Il no cosi secco mi fa pensare che qui gatta ci cova… Faccio varie domande per creare alleanza tra noi, confidenza e fiducia.
Or:- Hai altri interessi culturali o desideri parlare dei tuoi progetti futuri nella vita nel lavoro?
G: – Sto studiando una tecnica giapponese di massaggio unita a dei suoni e a dei mantra.
Or: – Interessante…
G: – Anche il mio Maestro mi ha trattato più volte ma non è successo niente.
Or:- Ti va di parlarmi delle tue mestruazioni?
G:- Si questa cosa mi crea molti problemi, mi sento male nella data del ciclo, ma non succede nulla, non arrivano, ho vari sintomi, mal di pancia, giramenti di testa, malumore, piango facilmente poi finisce tutto in 5/ 7 gg e nemmeno uno spot.
Or:- Ti senti male solo fisicamente?
G: – Anche come femmina non mi sento normale, mi manca qualcosa, anche se le mestruazioni sono molto noiose, mi mancano, e poi non capisco cosa sia successo e perché è successo.
Or:- Da quando non hai il ciclo mensile?
G: – L’ultima volta le ho avute il 3 marzo 2008 sono durate come sempre qualche giorno e poi basta, scomparse! Questa cosa mi manda molto in crisi.
Or: – Da 1 a 10 quanto ti fa star male questa situazione 1 è pochissimo 10 è tantissimo.
G: – Un bel 10 tondo
Or: – Propongo: beviamo un po’ d’acqua, fa bene e aiuta ad ottimizzare gli esercizi che faremo tra poco io dirò delle frasi e tu le ripeti con me piano, piano non abbiamo nessuna fretta. Userò un metodo di auto aiuto facile, grazie al potere delle parole cambiano le cose dentro di noi e intorno a noi si chiama Logosintesi, recuperiamo l’energia e allontaniamo.
l’energia e questo riportano al suo posto l’energia vitale.
Or: – (pensiero) Gioia sembra una statua è di marmo, non batte un ciglio, so che dietro.
L’atteggiamento da Sfinge ci sarà un vulcano, tra qualche tempo un vulcano in eruzione, credo nella Logosintesi so che è un metodo strepitoso, è una scommessa con me stessa aiutare questa ragazza, la Logosintesi può fare molto.
G :- Ok proviamo sono nelle tue mani, sono un po’ emozionata ed anche agitata.
Or: – (sorriso) Hai un atteggiamento inglese da Lady, (dico questa battuta per sdrammatizzare la tensione) e ora iniziamo, ti consiglio di ripetere le frasi a occhi chiusi, lascia il mentale ovvero non andare a cercare immagini frasi o altro, lascia che arrivi quello che vuole arrivare, può essere un’immagine, un suono, un odore, una scena, un ricordo o qualcosa che non c’entra nulla con te, lascia fluire vediamo cosa succede e poi apri gli occhi e mi dirai cosa è emerso.
Or:- Il disagio che senti a 10 è solo disagio?
G: – Se devo essere sincera, sento un disagio misto a dolore 10.
Or:- Dove lo senti questo disagio questo dolore?
G: – Lo sento nella pancia e nello stomaco.
Or: – Prova a rivivere il primo mese che hai saltato il ciclo, cosa è successo? Come ti sei sentita? hai avuto paura?
G: – Ero molto confusa non capivo cosa mi stesse succedendo, le mie amiche pensavano fossi incinta, ma io ero certissima di non esserlo, non avevo avuto rapporti di nessun tipo.
Or:- Cosa provi nel far riemergere il ricordo?
G:-Il primo mese pensavo a uno sballo ormonale, ma poi continuavo a non vedere “nulla”.
Anche nei mesi successivi e l’emozione di disagio aumentavano ogni giorno. Sono stata visitata da più medici ed hanno dichiarato che non era un problema fisico.
Or: -Provi sofferenza? E che altro?
G: – Provo molta sofferenza, tanta paura che mi blocca l’anima.
Or:- Se dovessi dare un colore a questo disagio, che colore gli daresti?
G:- Un verde palude
Or- Che consistenza ha questo disagio verde palude?
G:-  Gelatinoso, attaccaticcio.
Or: – Che sensazione te da?
G: – Schifo, ribrezzo.
Or: – E come hai reagito a questo disagio?
G: -Mi sono chiusa dentro me stessa soprattutto in casa con i miei.
Or:- Come mai proprio in casa? Cosa ti disturba?
G:- Ma sì! Non capisco proprio i miei genitori, in casa succede di tutto.
Or: –  (osservo che l’espressione cambia, si aggrotta la fronte, gli zigomi si contraggono, intravedo sudorazione alle mani) In che senso?
G: – Litigano urlano se ne dice di tutti i colori poi tempo una notte o due giorni fanno pace, poi ridirigano, rifanno pace senza contare tutto il resto…
Or:- Ripeti con me…
F1 < recupero tutta la mia energia legata a questo disagio gelatinoso verde palude che sento nella pancia e la riporto al posto giusto dentro me stessa> lascia agire la frase.
Or: – Osservo Gioia che trattiene il respiro, percepisco che rivivendo i litigi dei genitori ho messo il dito in un bel vespaio, il lascio fare con calma dopo un bel tot di minuti apre gli occhi e non parla, mi fissa, ma il suo sguardo non mi vede è persa nel vuoto, le lascio un minimo per riprendersi e riparto.
Or:- Come va?
G:- Risento le urla e rivedo le sceneggiate mi sento spaventata.
Or: Il respiro come lo senti?
G: – Bloccato totalmente, mi manca l’aria
Or:- Ho una frase per te:
F2<allontano tutta l’energia estranea legata a questo disagio gelatinoso verde palude nella pancia dal mio corpo, da ogni mia cellula, dal mio spazio personale e lo rimando là, dove realmente appartiene > lascia agire la frase con calma.
Or: – Osservo e vedo che i tratti del viso si stendono un pochino.
G: – Apre gli occhi e mi dice “non riesco a cancellare le scene di mamma e papà che urlano come matti”.
Or:- E’ successo ancora qualche evento di violenza fisica?
G:- No mai, ma volano parole terribili dette con una rabbia e cattiveria che feriscono come le violenze fisiche.
Or: – Ripetiamo insieme questa terza frase
F3< recupero tutta la mia energia legata a tutte le mie reazioni alla sensazione di schifo e
ribrezzo per l’appiccicoso corpo estraneo che sento nella pancia e la riporto al posto giusto
dentro me stessa>.
Rimane immobile nella sua posizione statica, ha tempi lunghi di recupero e di ritorno dall’immersione delle frasi, seguo i suoi tempi, apre gli occhi, sono tristi spaventati.
Or: -Gioia, é emerso qualcosa?
G: -Si! Sempre più forti le urla dei litigi dei miei genitori.
Or:-Ma durante i litigi tu dove sei fisicamente?
G:- Il papà lavora nella sua azienda agricola, viviamo in una cascina, ed io ho la camera in un soppalco sopra la zona giorno, quando litigano, si dimenticano persino che io sono lì, in casa, mi sembra di essere trasparente, non mi vedono neppure.
Or:- E questo loro non vederti come ti fa sentire?
G: – Trasparente, inesistente, invisibile. Mio padre non mi chiede mai niente, non so nemmeno se sa che sono in amenorrea da due anni.
Or:- Che tipo di rapporto hai con lui?
G: – Prima certe volte molto raramente facevamo due parole, ma da un bel po’ gira una brutta aria in casa, e poi ultimamente io ho paura di lui, paura delle sue reazioni.
Or: – Prova a focalizzare una scena che hai ancora dentro di te che ti punge.
G: – Abitavamo ancora nella vecchia casa, un’altra cascina, l’appartamento era al 1° piano, avevo circa 13/ 14 anni era un pomeriggio d’estate, stavo dando una mano alla mamma in casa, e lui si stava riposando nel magazzino degli attrezzi; a un certo punto uno dei nostri cani, legato a una catena, ha iniziato ad abbaiare, forse disturbato da un animale selvatico. Mi sono affacciata alla finestra e gli ho intimato di stare zitto quel cane di nome. Rum, era il mio cane, lo adoravo. Ma Rum non ne voleva sapere di star zitto e buono ed ha continuato ad abbaiare, ad un certo punto é uscito mio padre dal suo magazzino con una gran furia urlando a squarciagola “ta copè” ripetendolo più volte, il cane spaventato abbaiava ancor di più, io ero terrorizzata temevo il peggio. Mio padre è corso nel
magazzino degli attrezzi ed è tornato con un bastone, ha picchiato talmente forte il cane da farlo quasi tramortire.
Or: – Cosa ricordi in particolare di questa scena che ti disturba ancora dopo parecchi anni?
G: – (Gioia scoppia in un pianto disperato) gli occhi iniettati di sangue e la furia incontrollabile di mio padre mentre bastonava il cane, sentivo addosso a me le percosse tremavo e stavo malissimo, mi saliva la paura nella gola, nella pancia, questa scena quando il papà urla mi ritorna in mente, non riesco a dimenticarla.
Or:- Ripetiamo insieme- F1< recupero tutta la mia energia collegata al ricordo degli occhi di mio padre nella scena della violenza sul cane e la riporto al posto giusto dentro me stessa>.
Or: – (osservo, ripete diligentemente con voce fievole poi apre gli occhi e attende le mie parole.)
Or-F2 < allontano tutta l’energia estranea legata agli occhi di mio padre che picchia il cane,
la allontano da ogni mia cellula, dal mio corpo, dal mio spazio personale e la rimando là, dove realmente appartiene >.
Or- Cosa emerge?
G:- La voce che urla me la sento dietro le spalle.
Or:- Riparto istintivamente – Ho un’altra frase per te.
F2 < allontano tutta l’energia estranea legata alla voce di mio padre che sento dietro di me,
la allontano da ogni mia cellula, dal mio corpo, dal mio spazio personale e la rimando là, dove realmente appartiene >.
Or:- Chiedo cosa ti è emerso della scena ora? La vedi più distaccata, l’emozione è ancora così  intensa?
G:- Gli occhi meno, la scena più annebbiata, la voce ancora molto penetrante dietro di me.
Or:- Ripeti con me F3 < recupero tutta la mia energia legata a tutte le mie reazioni alla voce penetrante di mio padre dietro di me e la riporto al posto giusto dentro me stessa >.
G: – Apre gli occhi, l’espressione è più distesa.
Or: – Come va?
G: – Va un po’ meglio, il peso nella pancia e nello stomaco si sono alleggeriti.
Or:- Valutando da 1 a 10?
G: – Direi un bel 6/7 ma ho ancora tantissime cose da raccontarti, non ne ho mai parlato con nessuno, ma con te mi sento bene e mi va di farlo, sono riuscita persino a piangere erano  due anni che non riuscivo a versare una lacrima qualsiasi cosa mi succedesse.
Or:- Concludiamo con la quarta frase F4 < adatto tutti i miei sistemi a questo cambiamento>.
G:– Ripete a occhi aperti e comincia a essere meno immobile.
Or:- Bene Gioia un passettino l’abbiamo fatto, ti va di rivederci?
G: –  Si certo, posso la settimana prossima
Or: – Di solito abbraccio i miei clienti soprattutto se sono ragazze, ma sento che Gioia non è ancora pronta a un contatto fisico, a ricevere amore. L’accompagno all’uscita e rimango a meditare su quali frasi creerò al prossimo incontro per ottenere un po’ di rilascio da questa montagna di emozioni congelate negli anni.
SECONDA SESSIONE con Gioia
Entra Gioia, la accolgo con un sorriso e lei accenna appena, appena un tiramento di labbra, ci accomodiamo nello studio delle Tecniche Energetiche, una di fronte all’altra.
Or:- Ciao Gioia, com’è andata la settimana? Hai pescato altri eventi che ricordi in modo forte, o preferisci parlare di qualcosa d’altro?
G: – Mi sono accorta che non sopporto più i miei genitori, scendo dal soppalco, dove ho la camera, quando loro escono da casa, non ho voglia di condividere la colazione.
Or:- Prova un po’ a dirmi cosa senti, cosa provi per la tua mamma.
G: – Sono molto arrabbiata con lei, molto, molto.
Or:- cosa è successo di così forte da farti scatenare questa rabbia.
G: -Mi fa arrabbiare perché col papà fanno dei litigi furibondi, lanciano anche piatti e padelle…e poi il giorno dopo sono di nuovo Ci Cì e Cò Cò.
Or: – Non è meglio vederli in pace che in bagarre?
G: – Quello che mi disturba è che lei si lamenta, sembra non lo voglia più nemmeno vedere e poi gli corre dietro come un cagnolino, lui è un orso, non gli va mai bene niente, però dipendiamo sia io che la mamma da lui economicamente…
Or:- Magari ci sono delle problematiche tra di loro che voi figlie non conoscete.
G: – Ma sì la mamma mi ha detto che il papà è andato a prostitute, forse non è vero lo dice per farla arrabbiare, lei sembra faccia apposta per provocarlo per farlo imbestialire.
Or- Cosa ti disturba della loro “pace” cosa ti fa star così male?
G:- Sai Ornella io credevo nella coppia, nell’amore, nell’uomo che mi ascolta mi coadiuva e mi ritrovo con delle icone che non sono certo da prendere come esempio ho dei genitori mostri.
Or- Prima di sentire in casa questi litigi avevi un boyfriend?
G: – Si avevo una storia anche carina, ma poi con questi casini in casa non ho più retto, non m’ importa più niente di nessuno, nemmeno di me stessa.
Or:- E come fai quando sei giù di tono per tirarti un po’ su? Esci con gli amici? Vai a ballare? Parli con la tua amica del cuore?
G: – Bevo un po’ di birre se capita faccio un “tiro”.. si parlo con la mia amica ma lei è rimasta incinta e ora ha un bimbo, non esce più a sballarsi.
Or:- Cosa ti emerge della rabbia che hai con la mamma, senti la sua voce? Vedi i suoi movimenti?
G- Sento la sua voce stridula, vedo i suoi modi grezzi.
Or- Se la mamma ti accarezza o ti sfiora cosa provi?
G:- Non ricordo gli anni di ricevere una carezza in casa mia, mi sento sterile di sentimenti, non voglio amare più nessuno, non voglio provare più niente.
Or:- E se capita inavvertitamente che la mamma ti sfiori?
G:- Mi disturba parecchio, ho il rigetto…
Or:- Oltre ad essere così arrabbiata con la mamma per il suo modo di fare col papà cosa non ti va di lei?
G: – Non vorrei mai diventare come lei, mi sta sul piloro.
Or:- Cosa c’è che non ti va di lei?
G: – Lei, parla, ride, piange, urla butta fuori tutto bello e brutto e la gente la ama anche, io non ci riesco, non riesco nemmeno a provare dei sentimenti.
Or:-La rabbia è un sentimento, magari scomodo, ma è un sentimento; dove vedi nello spazio questa rabbia per la mamma?
G:- Intorno a me come un cerchio e dietro di me un semicerchio più potente e più spesso
Or:- Di che materiale è?
G:- Di ferro.
Or:- Colore?
G:- Grigio come il ferro.
Or:- A che distanza é?
G:- Vicina …
Or:- Come vedi la tua parte femminile?
G: – Non lo so…
Or:-Facciamo un po’ di frasi insieme..
F1 <recupero tutta la mia energia legata all’immagine di mia madre che urla in cucina e la riporto al posto giusto dentro di me>.
Proseguo…
F2 <allontano tutta l’energia estranea legata alla voce di mia madre che urla in cucina, la allontano dalle mie cellule, dal mio corpo, dal mio spazio personale, e la rimando là, dove veramente appartiene >. Gioia è  concentratissima a cogliere tutto quello che passa nel suo sentire apre gli occhi.
Or- Cosa è emerso?
G: -Vedo allontanarsi il cerchio di ferro ed anche la voce della mamma.
Or: -Ho una frase per te F3 <recupero tutta la mia energia collegata a tutte le mie reazioni
della voce della mamma che urla in cucina” >.
Or:- E ora come ti senti? Che cosa percepisci? Prova a rivivere la scena della mamma che urla
in cucina. osservo che i lineamenti del viso si stendono, le labbra si rilassano non sono più cosi tesi, gli angoli della bocca si alzano un po’ all’insù.
G: – Non urla più, ride…
Or:- Che effetto ti fa vederla ridere dov’è il suo ridere?
G:- E’ di fronte a me, è una sensazione piacevole di allegria e non più di rabbia (Gioia sorride leggermente.)
Or:- Il semicerchio di ferro grigio dov’è?
G: – E’ andato via, è scomparso..
Or: – Ora che sentimenti hai per la mamma ti sta ancora sul piloro?
G:- No, non mi è più neanche antipatica, anzi mi fa ridere, lei è eccessiva in tutto nelle sue espressioni nel modo di vestire, nel modo d’esprimersi siamo opposte, però è la mia mamma.
Or: – Se valuti il rancore e la rabbia per la mamma da 1 a 10 a quanto stiamo?
G:- Riflette e dice: è passato tutto si è sciolto il rancore che avevo e la rabbia è scomparsa.
Or:- Te la sentiresti di dire alla mamma ti voglio bene?
G: – Non ci sono abituata, magari le scrivo un biglietto.
Or: – I tuoi sentimenti ora si muovono, non sono più congelati in un freezer puoi anche lanciarti a dirmi cosa ti piacerebbe trattare la prossima volta. Penso: bella soddisfazione, sto scongelando un iceberg grazie alla Logosintesi.

TERZA SESSIONE TESI con Gioia
Siamo al terzo incontro con Gioia, entrando in studio è tranquilla, si siede in modo più sciallato, si mette comoda toglie anche le scarpe, e valuto che siamo a un buon punto del percorso insieme iniziamo subito la sessione.
Or: – Come ti sentiresti se un ragazzo ti corteggiasse?
G:- Io non te l’ho detto, ma tu l’hai già capito, non ce la faccio, ho paura ho il terrore che i ragazzi si siedano vicino a me e sfiorino anche solo il braccio.
Or- Quanto grande è questo terrore?
G:- Un buon 8 sempre e qualche volta anche 9
Or:- Da quando hai questo fastidio?
G:- Dalla chiusura col mio ragazzo, ho chiuso perché non riuscivo più a far l’amore, non
volevo che mi toccasse, che mi stringesse che mi baciasse.
Or:- Era passato l’idillio?
G: – No, no! Gli volevo un gran bene il motivo non lo so.
Or:- Causa qualche choc? È stato forse maldestro nel toccarti e ti sei offesa?
G: – Niente di tutto questo, è partito tutto dalle liti furiose dei miei genitori. Anche se poi loro facevano pace, io piangevo giorni interi stavo malissimo. Pensavo a mio padre che non si sa se veramente è andato a puttane o no, ma sta di fatto che a causa dei loro problemi d’incomprensione sessuale l’armonia della famiglia è andata in corto circuito ed io ho iniziato da allora a comportarmi cosi e a essere incapace di avere un minimo rapporto affettivo anche solo platonico.
Or:- Se immagini che un ragazzo si siede vicino a te e ti sfiora un braccio per la vicinanza? Chiudi gli occhi e immagina la scena.
G:- Chiude gli occhi e percorre col pensiero l’immagine.
Or- Cosa ti è emerso?
G: – Non mi sento totalmente a mio agio, ma è passato il fastidio fisico da pelle d’oca e vedo
ancora un po’ di materiale verde nella pancia, però è cambiato dalla prima volta è diventato verde pistacchio, non è più appiccicoso.
Or:- che spazio occupa nella tua pancia? E’ ancora ingombrante dentro di te?
Or:- Da 1 a 10 come lo senti?
G:- Si è alleggerito di molto, ma c’è ancora qualcosa.direi un 5
Or- Ti disturba?
G-: Non mi disturba, direi che quasi luminoso.
Or: – Facciamo una sequenza di frasi così di botto. Le diciamo insieme, pronta?
Gioia annuisce.
Or:- F1 <recupero tutta la mia energia collegata al residuo di verde luminoso che ho nella
pancia e la riporto al posto giusto dentro me stessa>.
F2 <allontano l’energia che non mi appartiene legata al residuo di verde luminoso che ho
nella pancia, la allontano dalle mie cellule, dal mio corpo, dal mio spazio personale e la
rimando là, dove realmente appartiene>.
F3 <recupero tutta la mia energia collegata a tutte le mie reazioni al residuo di verde
luminoso che ho nella pancia e la riporto al posto giusto dentro me stessa>.
Or:- Lascio che le frasi facciano il loro lavoro profondo.
Gioia apre gli occhi e la vedo serena
Or:- Come va con la luce verde pistacchio nella pancia?
G:- Sai Ornella che ho provato a focalizzare il pensiero su quell’immagine, è proprio scomparsa.
Or: – Bene, ti chiedo: l’assenza delle mestruazioni è iniziata in concomitanza alle liti dei tuoi genitori?
G: – Fammici pensare con calma… si esatto, non ci avevo mai pensato, è successo giusto in quel periodo tutto quanto, litigi tra i miei genitori, il mio dispiacere profondo di vederli vivere insieme con i piatti volanti, un insieme di cose.
Or:- Ora ti senti ancora trasparente
G: – Ora mi sento viva, sento che ho un corpo, vedo che riesco anche a parlare con degli sconosciuti tipo signore al supermercato, prima se avevo il vago sentore che qualcuno volesse chiedermi qualcosa, anche solo un’informazione, volevo essere trasparente per
non essere vista, pensavo che gli altri non mi vedessero, ma ero io che non mi vedevo e mi detestavo.
Or:- Siamo pronte per la quarta frase F4- <adatto tutti i miei sistemi a questo cambiamento>.
Gioia è sorridente ed io più di lei, la accompagno personalmente alla porta d’uscita, mi guarda con occhi sorridenti mi lancia le braccia al collo e mi schiocca un bacione sulla guancia. Le fisso un appuntamento dopo un mesetto, il 2 marzo devo partire per l’Africa, esattamente in Gambia, dove andrò a sposarmi col mio compagno africano.
Africa, 4 marzo 2010. Mi giunge una telefonata da Mary (madre di Gioia) e mi annuncia con un’intensa emozione nella voce che a Gioia sono arrivate le mestruazioni il giorno prima, lo stesso
giorno che le aveva avute l’ultima volta ovvero il 3 marzo 2008. Mary è stra felice, al telefono è spumeggiante, dice che Gioia mi manda i suoi saluti e ringraziamenti.
Ho tenuto i contatti con Gioia per parecchio tempo e le mestruazioni sono continuate ad arrivare puntuali ogni mese e dopo questo recupero biologico è arrivato anche un amico speciale…

Estratto dalla Tesi di Ornella Brunelli